Cos'è l'Enneagramma?

L'Enneagramma (dal greco ennea, nove, e gramma, disegno) è un simbolo geometrico utilizzato in ambito esoterico e psicologico. Graficamente, è rappresentato da una circonferenza, su cui i punti sono numerati in senso orario da 1 a 9[1] e all'interno del cerchio è inscritto un triangolo equilatero avente come vertici i punti 3, 6 e 9. L'interconnessione degli altri punti è data invece dalla divisione del numero 1 per il numero 7, dalla quale si ottiene il numero periodico 0,142857142857…(la figura esagonale aperta collega appunto i restanti punti 1-4-2-8-5-7, in questa successione). L’equidistanza dei punti sulla circonferenza, infine, suggerisce che non esiste una scala gerarchica o di valore tra i tipi.

Le origini del simbolo sono antichissime: sembra servisse – nella tradizione orale dei Sufi[2] e dei Padri della Chiesa - per interpretare le leggi dell’universo, comprendere la cosmologia, l’astronomia, la matematica, la filosofia, la chimica, l’arte e la musica.

Il merito di aver portato le teorie dell’Enneagramma alla conoscenza del mondo occidentale spetta soprattutto a George Gurdjeff e Oscar Ichazo. Il primo, all’inizio del 1900, ha usato l’Enneagramma per descrivere l’ordine cosmico dell’universo e i processi creativi, parlava dell’esistenza di tratti di carattere dominanti in ciascun individuo affermando che “L’essenza è la verità nell’uomo, la personalità è la menzogna[3].

La teoria enneagrammatica afferma che le strutture psicologiche di un individuo si sviluppano da risposte primarie emotive e successivamente da strategie cognitive e comportamentali nate per gestire le richieste dell’ambiente in cui nasce. Il bambino, in un momento precoce della sua esistenza (0 - 36 mesi), apprende ed attua inconsapevolmente strategie di rinuncia di alcune parti di sé per adattarsi all’ambiente e per “sopravvivere”ad esso, con l’obiettivo primario di essere accettato e amato: è questo che forma il suo carattere e la sua personalità[1].

Helen Palmer (1996), a tal proposito, spiega come l’uomo inizia da bambino ad agire “con efficacia e senza esitazione per mantenere il suo benessere, mosso da una fiducia priva di difese nei confronti dell’ambiente e delle persone”[2]. La personalità, quindi, si sviluppa per garantire all’individuo la sopravvivenza nell’interazione col mondo. La teoria dell’Enneagramma, in quest’ottica, descrive nove percezioni diverse ed incomplete della realtà che diventano credenze distorte e rigide riguardo a come sono le cose. Gli aspetti distorti della personalità operano in modo automatico e producono risposte emotive, modi di pensare e comportamenti simili in tutte le situazioni della vita. Ogni tipo rappresenta, quindi, l'irrigidimento delle risposte infantili nel processo di adattamento con l'ambiente e si struttura attorno ad un nucleo emozionale denominato Passione dominante e un nucleo cognitivo chiamato Fissazione dominante. La Passione può essere quindi considerata la risposta emotiva che si imbocca automaticamente quando ci si trova davanti ad un problema, mentre la Fissazione è la modalità cognitiva che sostiene la Passione e grazie alla quale si giustificano a livello razionale tutti gli automatismi che questa ci porta a fare.



[1] L’etimologia del termine carattere proviene dalla parola greca Carakter che significa impronta e rimanda a qualcosa di immobile, di fisso, che caratterizza, appunto la persona. Allo stesso modo, il termine personalità deriva dal verbo latino per = attraverso e sonare = risuonare, e si riferisce agli attori del teatro classico che parlavano attraverso una maschera lignea indossata in scena. Carattere e personalità assumono, quindi, in psicologia il significato di indossare metaforicamente, fin dalla primissima infanzia, una maschera  rigida, “fissa” con cui l’individuo illusoriamente si identifica per interpretare un ruolo nel proprio ambiente e, più in generale ,nella propria vita.

[2] Palmer H. (1996): L’Enneagramma - La geometria dell’anima che rivela il vostro carattere. Ed Astrolabio Roma 1996


[1] Il simbolo è una circonferenza suddivisa in nove parti uguali che, simbolicamente, rappresentano la fusione della legge del 3 (che si riferisce alle tre forze presenti all'inizio di ogni evento: forza creativa, distruttiva e conservativa, oppure come attiva, ricettiva e conciliativa, o ancora come conservativa, espansiva e sociale, a seconda dell'ambito in cui ci si muove nella vita) e della legge del 7 (che governa la successiva evoluzione dell'evento nel mondo fisico), intersecate da linee interne che connettono ogni punto sul cerchio con altri due.

[2] Il Sufismo è una cultura che non è fondata su un pensiero razionale deduttivo, ma riguarda insegnamenti esperienziali tramandati per di più per via orale. La tradizione Sufi è presumibilmente precedente all’era greco-romana, e collegata allo sciamanesimo dell’area mesopotamica: sono comunque supposizioni, in quanto di questo movimento non ci sono rimaste tracce scritte. (P. Quattrini, 2013).


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